A detta degli esperti, dalla maestosità della costruzione e dal numero elevato delle stanze presenti al suo interno, pare essere un palazzo cittadino del primo Quattrocento, trasferito in campagna. Un attento studio effettuato da una giovane laureanda, Elisabeth Foroni, ne ha messo in luce le molteplici caratteristiche e la cosa interessante è che in esso gli interventi si sono susseguiti nel corso dei secoli partendo dal Trecento con il copro di fabbrica avviato in quel secolo e disposto su tre livelli, fino ad arrivare al Quattrocento, periodo in cui venne realizzata la parte centrale dell’edificio, per poi andare via via, fino all’Ottocento.
Gli antichi proprietari del palazzo furono i Sagramoso della Pigna che, nel 1589, diedero il nome alla via antistante il palazzo, ad essi si succedettero i Buri fino all’attuale proprietario Eugenio Ferrari.
Il corpo principale è quattrocentesco con il grande salone centrale passante e l’accesso a sei vani a pian terreno dei quali quattro con aperture impreziosite con elementi in marmo rosso di Verona in rilievo con elementi floreali.Ma fu nel secolo successivo che avvenne un più completo sviluppo costruttivo della villa. Infatti quelle che venivano chiamate le “fortezze agricole”, cioè le grandi corti di campagna, si trasformarono in nobili dimore dovendo ospitare tutto quanto servisse alla conduzione dell’esteso fondo, dalla manodopera agli attrezzi, dal bestiame al materiale necessario per la coltivazione e l’allevamento degli animali. Sorsero così il fienile, il rustico e la barchessa e, per la particolare tipicità nella conduzione e nel controllo del lavoro svolto, spesso il signore doveva trascorrere molto tempo nelle campagne di proprietà così da dover trasferire anche la propria famiglia sul luogo di lavoro obbligando in questo modo all’ampliamento del fabbricato e all’abbellimento della parte riservata alla propria vita privata.
La grande villa è orientata sull’asse Est-Ovest e comprende due corpi edilizi residenziali ed un annesso rustico. La villa è posta su quello che viene definito il nucleo primitivo dell’abitato di Isola Rizza e che si può ben vedere anche in una mappa settecentesca dove viene disegnata un’ampia strada, detta “la piazza”, posta in prossimità dello scolo Piganzo, sulla si affacciano diversi importanti edifici con le proprietà terriere annesse, fra i quali villa Buri.
L’edificio principale è a tre piani; il prospetto Sud presenta una composizione costruita su cinque assi verticali e testimonia i vari interventi occorsi nel secoli. Infatti, alla struttura originaria Trecentesca, le parti più artistiche e rappresentative sono le trifore e le forature con elementi marmorei decorati e in rilievo ovulari e floreali in stile quattrocentesco. Il periodo d’oro è dato dall’elegante balcone in pietra bianca, parzialmente incastonato nella muratura e sorretto da due medaglioni in pietra bianca. La trifora, che rappresenta la parte centrale e la più bella dell’edificio, è caratterizzata da un arco da tutto sesto in marmo rosso di Verona e racchiude tre monofore ad arco con 8 elementi ciascuna. Le colonne, scolpite in rilievo con elementi ovulari sull’arco e floreali sui capitelli, danno un senso di eleganza ed armonia all’intera struttura.
Settecentesco invece è l’elemento più interessante del piano superiore e cioè un’alcova in stile barocchetto con stucchi dipinti di bianco. Il vano scala che conduce ai piani superiori, invece è ottocentesco realizzato con l’utilizzo del tufo, la pietra di Avesa.
L’ultimo piano, quello che permette di accedere al grande granaio, è caratterizzato da una stupenda capriata costruita con un particolare nodo che vede riuniti ben sei travi che costituiscono l’ordatura della copertura.
L’intera villa ha una finitura a intonaco e forse in passato risultava anche dipinta. Di questa sua bellezza esterna, rimane pure la traccia di una meridiana posta di lato rispetto all’ingresso della villa.Nella parte antistante si trova il giardino, mantenuto a prato che si sviluppa sia a settentrione che verso Sud dove, nel muro di cinta, si apre l’accesso costituito da un portale con grossi pilastri dorici in mattoni, sormontati da guglie a piramide e sfere lapidee. La barchessa chiude il giardino a Est ed è disposta perpendicolarmente alla villa con ampie arcate a tutto sesto e copertura a doppia falda.